Jugoslavia, terra mia (publikacija v italijanskem jeziku)
Ko Vladan Borojević v Google vtipka ime svojega, v vojni domnevno padlega očeta Nedeljka, nekdanjega oficirja Jugoslovanske ljudske armade, nepričakovano razkrije temno družinsko skrivnost, ki ga vrne nazaj v leto 1991, ko je prvič v življenju slišal besedo prekomanda in se je nenadoma končalo njegovo idilično otroštvo. Sedemnajst let pozneje bo Vladana boleče razkritje pognalo na pot po Balkanu, da bi na njej našel pobeglega očeta, ob tem pa ugotovil, kako je razpadla njegova družina in zakaj je razpadel svet, v katerem je ta nekoč živela. Zgodba družine Borojević niza in sopostavlja podobe Balkana nekoč in danes, predvsem pa govori o tragičnih usodah ljudi, ki jim ni uspelo pobegniti pred vojno, četudi so se uspeli izogniti njenim bombam.
Vladan è l’unico del terzetto di inseparabili amici di Pola a non aver ancora visto il tipo con la bolla rossa in faccia: un vero fenomeno! Curiosi ed eccitati, i tre ragazzini si incamminano verso il pensionato dove l’uomo è alloggiato, ignari che sarà l’ultima loro passeggiata insieme. In quella giornata di inizio estate, infatti, l’idilliaca infanzia di Vladan finisce, all’improvviso. Sedici anni dopo, ormai quasi trentenne, digitando su internet il nome di suo padre Nedeljko Borojević, ufficiale dell’Esercito popolare jugoslavo dato per caduto nel 1992, egli scopre qualcosa che lo riporta a quell’estate e lo spinge a un’ossessiva ricerca del risorto genitore per le impervie vie dello spazio geografico ‘balcanico’, metafora e dimensione dell’immaginario. Tragico nel messaggio, strinato a sorpresa da spiazzanti grumi ironici, sorretto da un incalzante ritmo narrativo, è questo il primo romanzo sloveno sugli scontri bellici nella Jugoslavia degli anni Novanta. Il libro si interroga sul significato di tutte le guerre, sulla banalità del male, sulla colpa, sul fato, sino a giungere al dilemma finale: è lecito per un figlio aiutare un padre macchiatosi di colpe esecrabili a morire in pace e, senza giustificarlo, concedergli perlomeno ascolto e pietà?